Tempo di crisi in Transnistria

 

(Era il 23 marzo 2009. La malfamata crisi economica cominciava a mordere seriamente anche l’Europa. Di conseguenza anche l’immarcescibile repubblica sovietica di Transnistria… come potete leggere in questo pezzo precedentemente pubblicato su sabatoseraonline.it)

 

demonstraciya-1-05-1975Anche nella sempreverde Transnistria si respira aria di crisi. E’ inutile negarlo. Il muro dell’ultimo paese realmente bolscevico rimasto sulla terra è stato penetrato dal freddo e insidioso venticello della recessione. E così nelle due città di Dubossary e Grigoriopol, alcuni gruppetti di coraggiosi manifestanti, si sono radunati nelle strade per dimostrare la loro preoccupazione.

Come sempre, dietro all’organizzazione degli eventi, c’è stato lo zampino di PRORIV!, movimento favorevole a Mosca che nel 2006 ha promosso il famoso referendum col quale la maggioranza della popolazione transnistriana ha scelto l’unificazione con la Madre Russia. Lo scopo delle azioni, secondo gli organizzatori, era quello di esprimere il disagio di quella parte di popolazione che vive in condizioni difficili e di tenere sotto controllo la pesante situazione in cui si trovano le autorità transistriane. “La missione di tutte le istituzioni della società civile – ha detto il segretario di PRORIV!, Alexander Gorelovsky, in una nota – è quella di suonare la campana quando si avvertono le crisi umanitarie. E’ chiaro che i partiti non possono influenzare l’economia con le loro marce o i loro meeting. Ma possono affrontare il problema, spingere le autorità a lavorare lestamente e con maggior efficienza”.

Parole forti, scolpite nel grigio marmo sovietico che circondava la trentina di infreddoliti manifestanti che hanno poi indirizzato verso la Russia una richiesta di aiuti per risolvere l’emergenza finanziaria ed economica. I due drappelli, entrambi guidati da un instancabile e quasi ubiquo Gorelovsky, dopo la breve marcia si sono fermati davanti ai municipi delle città. Le bandiere gialle del partito, raffiguranti il volto sorridente del leader, erano inframmezzate da quelle tricolori della Russia e, solo a Dubossary, anche a quelle rosso-verde-rosso della Transnistria. Molti gli slogan, nere le giacche che coprivano i corpi a Grigoriopol, anche se in molti indossavano occidentali bluejeans e qualcuno ha osato giacchette bianche e colli di pelliccia. I più irredentisti hanno portato con sé bandiere gialle con il volto di Ernesto Che Guevara e alcuni anche cappotti rossi e tute da ginnastica. L’ennesimo affondo al capitalismo borghese.

Curioso che uno dei più scalmanati avesse sulla manica della giacca il marchio di una nota marca di sigarette. Le solite contraddizioni transnistriane, che a noi piacciono tanto.

(nell’immagine: una sfilata del 1 maggio 1975)

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