Un mio posto delle fragole 1

Aspettavamo l’imbrunire qui. Soprattutto verso la fine dell’estate, quando le giornate cominciavano ad accorciarsi e il crepuscolo arrivava al culmine di un’avventura.

Abbiamo percorso quel sentiero con ogni mezzo. A piedi, in bici, su traballanti carriolini. Era un sentiero con una sua speciale atmosfera, che in autunno si faceva più intensa grazie alla nebbia che nascondeva i confini fra i campi e le siepi.

sentiero

Poi, un giorno, diventò un posto proibito. Lì vicino c’era una casa in cui “ci si vedeva”, pare ci fosse un fantasma. Cosa credibile, visto che a poche centinaia di metri c’era il cimitero.

Ovviamente ci andavamo con la speranza di vederlo, questo benedetto fantasma, e lanciavamo occhiate furtive alle finestre di quella baracca in cui, si raccontava, la notte si accendevano luci.

Non lo vedemmo mai, lo spirito birichino che infastidiva i passanti, dopo il tramonto. Forse perché ci passava sempre meno gente e lui si stancò di rimanere lì ad aspettare e se ne andò da un’altra parte.

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